Vaccinazioni in calo tra disinformazione e contestazioni: i provvedimenti per arginare la situazione

In calo i tassi di copertura, ma di quanto?


vaccinazioni toscana
Grazie all’utilizzo dei vaccini molte malattie infettive sono state “sconfitte” negli ultimi 3 secoli: il vaiolo innanzitutto, ma ormai sono scomparsi quasi del tutto anche il tetano, la poliomielite, la difterite, malattie virali come il morbillo, la rosolia, la parotite e confinate a casi sporadici malattie batteriche quali la meningite.

Negli ultimi 15 anni il grande successo clinico delle vaccinazioni ha costituto anche il suo paradossale “limite”: la scomparsa delle malattie infettive ha indebolito la percezione dell’importanza di vaccinarsi. Inoltre il maggior utilizzo del web o dei social media quali canali di informazione ha diffuso notizie prive di ogni fondamento scientifico, come ad esempio l’associazione - totalmente inesistente - tra vaccini ed autismo. Alla disinformazione, si affianca l’atteggiamento di chi, a fronte di un rischio altamente improbabile di una reazione avversa da vaccino, trascura il vantaggio certo derivante dall’immunizzazione alla malattia, lasciandosi guidare da diffidenze e sospetti.

Tutto ciò ha causato anche in Italia un forte calo del tasso di copertura delle principali malattie infettive, fino addirittura ad inficiare, per alcune di esse, la famosa “immunità di gregge”, ovvero la possibilità di un non vaccinato di godere dell’immunità del gruppo, situazione che si realizza quando il 95% della popolazione è vaccinata contro una determinata malattia.

In calo i tassi di copertura, ma di quanto?
In Italia le vaccinazioni obbligatorie sono l’antidifterica, l’antitetanica, l’antipoliomielitica, l’antiepatitevirale B. Oltre alle quattro vaccinazioni obbligatorie, il Ministero della salute raccomanda le vaccinazioni per prevenire: pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella, infezione da papilloma virus e malattie batteriche invasive attraverso i vaccini contro l’haemophilus influenzae tipo B, lo pneumococco e il meningococco C.

Nel 2015 in Toscana le coperture vaccinali registrano ancora un trend in diminuzione con valori inferiori agli obiettivi fissati dal Piano nazionale vaccini (95%), sebbene in linea con i valori medi italiani. Tale risultato è ancor più deludente, se si considera che caratterizza una netta inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti: a partire dal 2003 infatti il valore raccomandato era sempre stato raggiunto e superato (ad eccezione dell’Hib), tanto da toccare addirittura una copertura del 97% nel biennio 2007-2008.
Il calo più sensibile si sta registrando per il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR), la cui copertura vaccinale, in Toscana, nonostante sia superiore alla media italiana, è lontana dal valore raccomandato del 95% ed è in sensibile calo: si è passati dal 92,6% del 2009 all’88,7% del 2015.
Anche la copertura contro la varicella, che si è attestata nel 2015 intorno al 78%, è molto distante dal valore raccomandato, nonostante che il vaccino sia stato reso disponibile nella formulazione quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella).
Tra le vaccinazioni raccomandate dal calendario vaccinale dell’età evolutiva, sono state introdotte negli ultimi anni la vaccinazione per lo pneumococco, quella per il meningococco C e quella per il meningococco B. Nel 2015 tali coperture sono risultate rispettivamente pari al 92,9%, 90,9% e 15,2% nei bambini; il basso valore di quest’ultima copertura è presumibilmente giustificato dal fatto che il dato 2015 si riferisce alla coorte dei nati nel 2013 per la quale il vaccino risultava ancora a pagamento con un costo decisamente elevato.

Quali sono state le risposte delle istituzioni che tutelano la salute collettiva?
In un contesto così critico, dopo le prese di posizione del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità e di alcune Regioni (in Emilia Romagna, ad esempio, verrà vietato l’ingresso agli asili nido per i non vaccinati)  è stata sviluppata la Carta italiana per la promozione delle vaccinazioni, strumento di advocacy elaborato dal network TeamVax nel 2016 per sostenere i programmi di immunizzazione nel nostro Paese. TeamVax Italia è un movimento nato nell’ottobre 2015, che riunisce operatori sanitari, studenti, blogger e genitori, con l’obiettivo di diffondere la corretta informazione sui vaccini e fare fronte unito nelle attività di comunicazione, principalmente online e sui social media, a favore dei programmi vaccinali nazionali. Il contenuto della carta si sviluppa su 6 principi fondamentali, ovvero il diritto alla prevenzione, la responsabilità sociale, l’informazione, il contrasto alla disinformazione, la comunicazione e la qualità.

Non solo. Nel mese di luglio, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) ha annunciato nel Documento sui vaccini che “il consiglio di non vaccinarsi, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica”, e può portare a provvedimenti disciplinari per il medico, fino alla sua radiazione.
La Fnomceo propone inoltre una serie di azioni quali: intensificare la campagna per l’adesione del personale sanitario alla vaccinazione, confermare l’obbligo dei medici di collaborare all’attuazione dei provvedimenti di sanità pubblica, migliorare la comunicazione nei confronti degli utenti e garantire campagne omogenee a livello nazionale, chiamare i non vaccinati quando compiono i 18 anni per raccogliere il loro orientamento decisionale, sollecitare il ministero e le autorità competenti a presentarsi in giudizio quando ci sono decisioni del giudice che mettono in relazione la vaccinazione con malattie come l’autismo.







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