Epatite C, dallo screening all’eradicazione del virus: le azioni a livello globale e quelle intraprese dalla Regione Toscana

a cura di: Caterina Silvestri, Cristina Stasi


Le epatiti virali rappresentano ancora un rilevante problema di sanità pubblica. Infatti, a livello globale, sono circa 58 milioni i soggetti con un’infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV), di cui un’elevata percentuale è clinicamente asintomatica. I soggetti che presentano un’infezione cronica da HCV presentano un rischio di evoluzione verso la cirrosi che varia dal 15% al 30% entro 20 anni [WHO, 2023]. Inoltre, secondo una recente meta-analisi, il rischio cumulativo di evoluzione verso l’epatocarcinoma nella fascia di età compresa tra 40 e 74 anni, è del 21,6% tra i maschi e dell'8.7% tra le femmine [Salari et al., 2022].

Attualmente, i nuovi agenti antivirali ad azione diretta (DAA) consentono tassi di cura significativamente elevati per tutti i genotipi e con scarsi eventi avversi.Tuttavia, l'accesso al trattamento dell'HCV rimane troppo limitato. Dei 58 milioni di persone cronicamente infette con HCV a livello globale (anno 2019), soltanto il 21% (15,2 milioni) era consapevole di essere affetto da questa patologia, mentre fra i soggetti già diagnosticati, il 62% (9,4 milioni) era stato trattato con DAA alla fine del 2019 [WHO, 2023].

In Italia, secondo le stime recentemente pubblicate da Kondili et al. [2022], al 1 gennaio 2021 sarebbero circa 398.610 le persone con un’infezione da HCV attiva (prevalenza dello 0,66%), di cui 287.730 con uno stadio di fibrosi da assente ad avanzata (F0-F3), pertanto, potenzialmente asintomatici (prevalenza 0,48%). Gli stessi Autori hanno stimato le differenze esistenti nelle diverse aree del territorio nazionale con una prevalenza che varia dallo 0,54% registrato nelle regioni del nord allo 0,88% delle regioni del centro Italia (sud: 0,72%; isole: 0,67%). I soggetti con una storia passata o attuale di uso di droghe per via iniettiva, rappresentavano il 48,6% di tutti gli individui con HCV attiva [Kondili et al., 2022].

A fronte di queste premesse, lo screening per l’infezione da HCV può essere considerato un utile percorso finalizzato all’emersione del sommerso.
Già nel 2016, il Centers for Disease Control and Prevention - CDC considerava persone da sottoporre a screening gli adulti nati tra il 1945 e il 1965 (Baby boomers) indipendentemente dall’accertamento preventivo dei fattori di rischio per HCV. Nel 2017, le raccomandazioni dell’American Association for the Study of Liver Diseases e dell’Infectious Diseases Society of America, pur riconoscendo la coorte di nascita 1945-1965 a maggior rischio d’infezione, raccomandavano di eseguire il test anti-HCV una tantum (indipendentemente dal paese di nascita) senza accertamento del rischio, così come a tutte le altre persone con comportamenti, esposizioni e condizioni associate ad un aumentato rischio di infezione da HCV. A questo proposito, nel 2019 le raccomandazioni della U.S. Preventive Services Task Force prevedevano lo screening per l'infezione da HCV in tutti gli adulti dai 18 ai 79 anni con un livello di raccomandazione da moderato a sostanziale (Grade B).

In linea con le raccomandazioni internazionali in Italia è stato emanato il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 (convertito con legge 28 febbraio 2020, n.8), con scadenza prorogata al 31 dicembre 2023 (235/CSR del 30 novembre 2022), che prevede l’attivazione di uno screening gratuito finalizzato all’emersione dell’infezione cronica da HVC destinato ai nati tra il 1968 e il 1989, ai soggetti in carico ai Servizi per le dipendenze (Ser.D) e alle persone detenute.

HCV in Toscana: campagne informative, attività di monitoraggio, screening e progetti di ricerca

Già da molti anni la Regione Toscana pone una forte attenzione nei confronti di questa tematica. Ciò si è tradotto nella promozione di progetti volti a conoscerne la diffusione, al controllo e all’eradicazione dell’infezione da HCV sul territorio regionale. In particolare, dal 2015 (DGRT n. 647) sostiene un programma per l’eradicazione del virus dell’epatite cronica C nella popolazione toscana attraverso l’implementazione del trattamento delle persone infette, nuovamente sottoscritto nel 2018 (DGRT 397). Fra le azioni intraprese, è stata condotta una campagna informativa rivolta alla popolazione generale che si poneva l’obiettivo di fornire non solo informazioni di natura clinica ma anche orientare la popolazione verso i centri autorizzati al trattamento. A questo si è aggiunta la possibilità di effettuare lo screening con tamponi salivari per la ricerca di anticorpi anti-HCV nei pazienti in carico ai servizi per le dipendenze e alla popolazione detenuta nelle strutture toscane.

Inoltre, sempre dal 2015, ha attivato sul proprio territorio numerosi progetti di ricerca finalizzati a stimare il numero di persone con infezione attiva da HCV potenzialmente trattabili con i farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) [Silvestri et al., 2016] oppure già in carico ai servizi epatologici della Toscana [Stasi et al., 2019]. L’attività di ricerca è attualmente in corso attraverso lo studio regionale “Optimisation of diagnosis and care Pathways for chronic HCV in Tuscany – OPT-HepaC”, che prevede il potenziamento delle attività di diagnosi, presa in carico presso centri specialistici e monitoraggio su scala regionale del paziente con infezione da HCV.

In attesa dei risultati derivanti dallo studio OPT-HepaC, l’Agenzia regionale di sanità della Toscana porta avanti l’attività di monitoraggio svolta attraverso l’utilizzo dei flussi sanitari correnti dalla quale emerge che in Toscana, alla data del 1 luglio 2022, risultano presenti 30.411 persone che hanno fatto almeno un accesso al Sistema sanitario regionale con diagnosi di HCV (prevalenza 0,83%). I maschi rappresentano il 57,4% del totale e la classe di età più rappresentata è costituita dagli over 65enni con il 36,5% dei soggetti. Le altre classi di età sono così suddivise: ≤ 34 anni = 3,5%; 35-54 anni = 28,4%; 55-64 anni = 31,6%. Delle oltre 30mila persone selezionate, 20.524 (67,5%) sono state sottoposte a trattamento farmacologico di cui 5.904 con vecchi regimi terapeutici (interferone+ribavirina) e 14.620 con DAA.

L’analisi del trend mostra un incremento del numero di persone con infezione da HCV che hanno avuto accesso al SSR, confermando come le politiche attivate abbiamo favorito l’emersione della patologia (dal 1 gennaio 2015 al 1 gennaio 2022 il numero di persone che si sono rivolte al SSR per infezione da HCV è aumentato di 7.986 unità). Nonostante ciò, permane una quota di soggetti che, nonostante risultino in possesso di esenzione per HCV cronica, non sono state sottoposte a trattamento farmacologico o al ricovero ospedaliero e pertanto a rischio di andare incontro ad un aggravamento del quadro patologico (3.811 persone).

In accordo con quanto previsto a livello nazionale (DL 162/2019), la Regione Toscana, con DGRT 1538 del 27-12-2022, ha avviato il programma di screening gratuito per prevenire ed eradicare il virus dell’epatite C. Il protocollo di esecuzione è contenuto nell’allegato A della delibera regionale. L’Agenzia regionale di sanità della Toscana è coinvolta in tale progetto con il coordinamento operativo dello screening attraverso un raccordo funzionale con i Ser.D., gli istituti detentivi presenti sul territorio regionale e con il monitoraggio dell’andamento complessivo dello screening.


A cura di:
  • Caterina Silvestri, Ricercatore ARS Toscana
  • Cristina Stasi, Consulente ARS Toscana

Riferimenti bibliografici
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