Il drogometro è approdato in Toscana: al via la sperimentazione sulle strade


29/3/2016
Erano anni che si vociferava dell’arrivo di uno strumento che rilevasse la positività alle droghe con la stessa funzione dell’etilometro per il consumo di alcol: è il “drogometro”, uno strumento già in utilizzo negli Stati Uniti d’America. Adesso, dopo il Piemonte e l’Umbria, anche la Toscana è partita con la sua sperimentazione nelle province di Livorno ed Arezzo.

Il nome scientifico di questo strumento è Alere DDS2 ma viene comunemente chiamato “drogometro”. È un nuovo apparecchio, che consente di misurare in tempo reale se un automobilista ha assunto le seguenti sostanze psicotrope: cocaina, oppiacei, cannabinoidi (hashish e marijuana), anfetamine e metanfetamine. Prossimamente sarà possibile rilevare anche altre classi di droghe, ovvero ketamina e buprenorfina Il test si esegue attraverso un campione di saliva.

La strategia di controllo
I controlli prevedono la presenza simultanea in strada di pattuglie di Forze dell’ordine e camper con il personale medico. Gli agenti fermano gli automobilisti, li informano sul test a cui verranno sottoposti e fanno firmare loro il consenso a partecipare: coloro che lo rifiutano vanno incontro a una denuncia penale, equivalente all’essere risultati positivi all’uso di droghe.

Il test consiste nel mettere in bocca una cannuccia, collegata da un tubicino al drogometro, che preleva un campione di saliva. In pochi secondi la macchina rivela l’esito delle analisi. Qualora l’automobilista risulti positivo, gli viene ritirata la patente in via preventiva per 10 giorni, inoltre viene sottoposto dal personale medico al kit diagnostico (quantisal o simili) che prevede un doppio prelievo salivare: uno utile per l’analisi di laboratorio (gascromatografia di massa), che entro 10 giorni permetterà di sapere se l’automobilista era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti durante la guida, l’altro in caso di procedimento, qualora l’automobilista dovesse decidere di fare ricorso.

Quali novità?
Gli stick salivari utilizzati prima di Alere DDS2 non erano precisi. Con un basso livello di specificità del test, fornivano infatti troppo spesso esiti positivi, anche in automobilisti che non lo erano, imponendo dunque di sottoporre all’esame delle urine coloro che risultavano positivi allo stick. L’analisi delle urine non era tuttavia in grado di indicare se l’automobilista fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti nel momento esatto della guida, offrendo così la possibilità ai conducenti positivi di fare ricorso in appello e di farla franca con estrema facilità.

Alere DDS2 si presenta invece come uno strumento la cui affidabilità è prossima al 100% (si legga lo studio: “Field Testing of the Alere DDS2 Mobile Test System for Drugs in Oral Fluid” di Christine Moore condotto negli USA e pubblicato dal Journal of Analytical Toxicology nel 2013). Tuttavia, in Italia, non ha ancora valore probatorio, ed è per questo che è in corso la sua sperimentazione in alcune province italiane, tra cui, come detto, Livorno ed Arezzo per la Toscana. Tale sperimentazione si concretizza nell’effettuare anche un tampone salivare, sul quale viene eseguita una gascromatografia di massa, a coloro che sono risultati positivi ad Alere, verificando la sovrapponibilità dei risultati.

Una volta che sarà ritenuto “strumento probante”, non sarà più necessario appoggiarsi all’ospedale per i controlli stradali, i risultati saranno rapidi ed avverranno senza l’ausilio del personale medico. Si tratta quindi di un radicale cambiamento in termini di prevenzione per la sicurezza stradale: i controlli potranno essere effettuati in qualunque momento, e non più solo a seguito di incidente stradale con feriti, quando il test antidroga sarà obbligatorio.