Indagine telefonica sul ricorso ai servizi specialistici territoriali in era CoViD

A cura di: C. Ferravante, E. Gualdani e P. Francesconi


13/7/2021
Approfondimento sulle prestazioni di diagnostica strumentale e per immagini

Nel periodo tra fine novembre 2020 e inizio gennaio 2021, l’Agenzia regionale di sanità ha condotto un’indagine telefonica su un campione di 2.500 cittadini rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Toscana con l’obiettivo di indagare il ricorso ai servizi sanitari specialistici territoriali in era CoViD. Nel primo approfondimento abbiamo descritto i relativi obiettivi, metodi e il ricorso alle visite specialistiche, mentre nel secondo abbiamo riportato i risultati relativi all’esecuzione degli esami del sangue.
In questo approfondimento intendiamo invece sintetizzare i risultati relativi alla fruizione delle prestazioni di diagnostica strumentale e per immagini, quest’ultima a sua volta suddivisa in diagnostica per immagini leggera e pesante. Per quanto riguarda la prima modalità, ovvero la diagnostica strumentale, essa si avvale di strumenti e apparecchiature che permettono di ricavare informazioni inerenti la funzionalità degli organi esaminati e, nel presente documento, all’interno di questa categoria sono stati inseriti gli esami dell’elettrocardiogramma, l’esame dell’occhio e della spirometria. La modalità per immagini, invece, permette l’esplorazione delle strutture del corpo dall’esterno attraverso la formazione di immagini. Nel presente lavoro, all’interno della diagnostica per immagini pesante sono stati inseriti gli esami di risonanza magnetica nucleare (RMN) e di tomografia assiale computerizzata (TAC), mentre all’interno della diagnostica per immagini leggera sono stati inclusi gli esami di ecografia, mammografia e radiografia.

Servizi specialistici territoriali: le prestazioni di diagnostica strumentale e per immagini effettuate

Dai risultati emersi dalla nostra indagine, il 55,5% di tutti gli intervistati ha riportato di aver effettuato almeno un accertamento diagnostico nell’anno precedente all’intervista, mentre nell’ambito dell’indagine ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari" del 2013, questa proporzione riguardava poco più di un intervistato su tre (38,1%). Elaborando questi dati in base all’età e al genere dei rispondenti, sono emerse maggiori differenze soprattutto in base a questa seconda variabile riportata, per cui i rispondenti di genere femminile hanno mostrato una percentuale superiore (61,5%) di esecuzione di accertamenti diagnostici rispetto ai rispondenti di genere maschile (49%) (Tabella 1).

Tabella 1. Percentuale di assistiti che hanno effettuato almeno un accertamento diagnostico in base alle caratteristiche anagrafiche, alla cronicità e presenza di esenzione
tab 1
Inoltre, come già riportato negli approfondimenti precedenti sulla fruizione di visite specialistiche e nell’esecuzione degli esami del sangue, anche in questo caso gli intervistati affetti da almeno una malattia cronica hanno riportato una percentuale maggiore di esecuzione della prestazione sanitaria in esame (65,7%), nello specifico caso di un accertamento diagnostico, rispetto a coloro che invece non hanno riportato alcuna malattia cronica (47,2%) (Tabella 1). È interessante notare come queste percentuali, pur conservando fra loro lo stesso rapporto, siano risultate più basse all’interno dell’indagine ISTAT del 2013, rispettivamente il 52,7% fra gli intervistati con almeno una malattia cronica e il 28,9% fra gli intervistati con nessuna malattia cronica riferita. Inoltre, comprensibilmente, dall’elaborazione dei dati sono emerse maggiori percentuali di esecuzione di un accertamento diagnostico strumentale o per immagini fra coloro che hanno riferito un’esenzione parziale (61,4%) o totale (63%) rispetto a chi non ne ha riferita alcuna (50,8%) (Tabella 1). Anche in questo caso, è possibile osservare un aumento di queste prestazioni rispetto ai dati raccolti nell’indagine Istat del 2013, per cui coloro con un’esenzione totale riportavano una percentuale del 44,7%, coloro con un’esenzione parziale riportavano una percentuale del 57,1% ed infine coloro con nessuna esenzione riportavano una percentuale del 32,2%. Infine, elaborando i risultati in base alla scolarità, è possibile osservare come le percentuali più elevate di coloro che hanno riferito di aver eseguito negli ultimi dodici mesi almeno un esame di diagnostica strumentale o per immagini siano riscontrabili fra gli intervistati con un titolo di studio più elevato (Figura 1).

Figura 1. Percentuale di assistiti che hanno effettuato almeno un accertamento diagnostico in base alla scolarità
fig 1
Tipologia delle prestazioni diagnostiche e scelta della struttura erogatrice
Considerando l’ultimo accertamento diagnostico effettuato nell’ultimo anno, il più frequente è stato l’ecografia (21,8%), seguita dall’elettrocardiogramma (18,7%) e dalla mammografia (17,6%) (Figura 2), e in accordo a quanto riportato nella parte introduttiva abbiamo raggruppato le diverse tipologie di esami elencati in tre macro categorie, ovvero esami di diagnostica strumentale, diagnostica per immagini leggera e diagnostica per immagini pesante. Dai risultati emersi dalla nostra intervista, circa la metà degli intervistati ha riportato che l’ultimo accertamento diagnostico effettuato è stato di diagnostica per immagini leggera (48,5%), per poco più di uno su tre (36,3%) è stato di diagnostica strumentale ed infine per il 15,2% è stato di diagnostica per immagini pesante.

Figura 2. Distribuzione percentuale degli accertamenti diagnostici effettuati in base ai diversi tipi di esame
fig 2
In merito invece alla tipologia di struttura in cui è stato eseguito l’esame, è possibile osservare, a prescindere dalla modalità diagnostica effettuata, come vi sia stato un maggior ricorso a strutture pubbliche rispetto a quelle private o private convenzionate (Figura 3).

Figura 3. Percentuale di assistiti che hanno effettuato almeno un accertamento diagnostico nell’ultimo anno in base alla tipologia di struttura sanitaria
fig 3
Andando invece ad elaborare l’esecuzione delle diverse modalità diagnostiche in base alla struttura erogatrice, è possibile rilevare come, sia nella diagnostica per immagini leggera (23,5%) che per la pesante (16,1%), vi sia un minor ricorso al privato non convenzionato rispetto alla modalità di diagnostica strumentale (39,7%). Andando ad analizzare nel dettaglio la percentuale di esami diagnostici strumentali effettuati nel privato non convenzionato (39,7%), è emerso che tale percentuale è particolarmente elevata per gli esami dell’occhio (47,7%) e per l’elettrocardiogramma (49,4%) ed è invece più bassa nei casi di spirometria (2,9%). Parallelamente, il maggior ricorso al pubblico è riscontrabile per la diagnostica per immagini leggera (59,4%) (Figura 4). Sono emerse alcune leggere differenze anche analizzando la tipologia di struttura sanitaria dove è stato effettuato l’ultimo accertamento diagnostico in base alle tre ASL toscane: l’ASL Sud Est riporta la maggior percentuale di accessi a strutture pubbliche (60,1%) mentre l’ASL Centro e l’ASL Nord Ovest riportano, rispettivamente, la maggior percentuale di ricorso al privato convenzionato (23,6%) e al privato non convenzionato (28,6%) (Figura 5).

Figura 4. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base alle tre macro categorie
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Figura 5. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base all’ASL Toscana di residenza
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In aggiunta, la distribuzione percentuale di questi accertamenti diagnostici varia anche in base alle caratteristiche anagrafiche, di salute e socio-economiche degli intervistati. Per quanto riguarda le prime, sono state osservate alcune differenze sia in base al genere che all’età dei rispondenti: sia le donne che gli intervistati over 65 riportano le più elevate percentuali di accesso al pubblico. In linea con questi risultati osserviamo anche un elevato ricorso al pubblico da parte di persone con almeno una malattia cronica, con la presenza di un’esenzione sanitaria parziale o totale, fra i pensionati e le casalinghe (Tabella 2; Figura 6). Parallelamente, è possibile osservare un maggior ricorso al privato non convenzionato da parte di coloro con un titolo di studio più elevato e con l’aumentare delle risorse economiche riferite (Figura 7; Figura 8). Interessante notare come in quest’ultimo grafico vi sia parallelamente anche una variabilità dell’accesso a strutture private convenzionate mentre l’accesso a strutture pubbliche rimane pressoché stabile.

Tabella 2. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base in base alle caratteristiche anagrafiche, alla cronicità e presenza di esenzione
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Figura 6. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base all’aspetto occupazionale

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Figura 7. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base alla scolarità
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Figura 8. Distribuzione percentuale degli ultimi accertamenti diagnostici effettuati nelle diverse tipologie di strutture sanitarie in base alle risorse economiche familiari riferite
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Motivi che hanno determinato la scelta della struttura
Tra i motivi riferiti dagli intervistati per la scelta della tipologia di struttura dove eseguire l’ultimo accertamento diagnostico, il 38,6% e il 20,7% hanno riportato come motivazione principale rispettivamente la vicinanza/accoglienza e la fiducia nella struttura, il 20,3% ha indicato come ragione principale l’attesa per prenotare l’appuntamento presso un’altra struttura del SSN, l’8,9% la fiducia nello specialista, mentre una minoranza ha indicato il costo contenuto (4,4%).
Elaborando i dati separatamente in base a coloro che hanno scelto una struttura pubblica/convenzionata o privata sono emersi i seguenti risultati. Per quanto riguarda i primi, ovvero coloro che hanno fatto ricorso ad una struttura pubblica o privata convenzionata, il 57,9% ha riferito come motivazione principale la vicinanza/accoglienza della struttura, poco più di un intervistato su cinque (22,8%) ha riferito la fiducia nella struttura, mentre una minoranza il costo contenuto (7,4%) e lo specialista che ci lavora (5,9%). Parallelamente, per quanto riguarda i secondi, ovvero coloro che hanno fatto ricorso ad una struttura privata non convenzionata, il 30,2% ha riportato come motivazione principale la vicinanza/accoglienza, il 25,1% ha dichiarato che la ragione principale è stata la fiducia nella struttura, il 24,6% l’attesa per ottenere una prenotazione in un’altra struttura del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ed infine il 15,8% la fiducia nello specialista.

Modalità di pagamento dell’ultimo accertamento diagnostico effettuato
A prescindere dalla tipologia di struttura scelta, tra tutti gli intervistati il 41,8% ha riferito di non aver effettuato alcun pagamento per l’ultimo accertamento diagnostico eseguito, il 29% di aver pagato totalmente senza rimborso, il 22,9% di aver pagato il ticket e una minoranza, il 6,3%, di aver pagato con il rimborso dell'assicurazione privata o aziendale. Analizzando i dati in base agli accertamenti eseguiti in una struttura pubblica o convenzionata, più di sei intervistati su dieci (65,9%) hanno riportato di non aver eseguito alcun pagamento, meno di un intervistato su tre (28,9%) ha riportato di aver pagato il ticket e una quota minore di aver pagato totalmente senza rimborso (4,4%) o con rimborso (0,9%). Queste modalità variano anche in base alle caratteristiche dell’assistito, con una percentuale maggiore di mancata esecuzione del pagamento da parte dei più anziani, di coloro affetti da almeno una malattia cronica e da coloro che presentano un’esenzione sanitaria (Tabella 3).

Tabella 3. Distribuzione percentuale delle modalità di pagamento dell’ultimo accertamento diagnostico in una struttura pubblica/convenzionata in base alle caratteristiche anagrafiche, alla cronicità e alla presenza di esenzione
tab 3
Invece, elaborando i dati in base agli accertamenti eseguiti in una struttura privata non convenzionata, il 77,5% dei rispondenti ha riferito di aver pagato totalmente senza alcun rimborso, il 16,3% di aver pagato con un rimborso parziale o totale dell’assicurazione privata o aziendale e una percentuale più esigua ha riferito di non aver effettuato alcun pagamento (6,2%).

Rinuncia e motivi di rinuncia ad un accertamento diagnostico nell’ultimo anno
Il 14,3% dei rispondenti ha riferito di aver rinunciato nell’ultimo anno ad almeno un accertamento diagnostico pur avendone bisogno, mentre una percentuale minore, ovvero il 2,9% dei rispondenti, lo aveva riferito nell’ambito dell’indagine ISTAT del 2013. Andando ad analizzare i motivi che hanno portato a tale rinuncia, predominano nettamente le cause legate alla pandemia di CoViD-19. Tra tutti gli intervistati, il 48,8% ha rinunciato per timore di essere contagiato, il 26,8% perché l’appuntamento fissato è stato annullato dalla struttura erogatrice per motivi inerenti la pandemia, il 22,6% per la lunga attesa per ottenere un appuntamento e una parte residuale a causa di altri motivi tra i quali il lavoro, i figli e il costo dell’accertamento.

Conclusioni
Dai risultati emersi da questa indagine è possibile osservare un maggior ricorso all’esecuzione di accertamenti diagnostici da parte degli intervistati di genere femminile, mentre non si osservano significative differenze in base all’età dei rispondenti. Inoltre, in linea con gli approfondimenti precedenti coloro che eseguono maggiori accertamenti diagnostici sono anche coloro che riportano la presenza di almeno una malattia cronica e la presenza di un’esenzione sanitaria. Per quanto riguarda la tipologia diagnostica più eseguita, questa è la diagnostica per immagini leggera, seguita dalla modalità di diagnostica strumentale e infine dalla diagnostica per immagini pesante. Di queste, la prima presenta la più elevata percentuale di esecuzione in strutture pubbliche, la seconda la più elevata percentuale di esecuzione in strutture private mentre l’ultima in strutture private convenzionate. Inoltre, è emerso come il ricorso alle diverse strutture sanitarie dove effettuare l’accertamento cambi in base alle caratteristiche anagrafiche, sanitarie e socio-economiche degli intervistati. Per quanto riguarda invece le motivazioni che hanno portato alla scelta della struttura, in linea generale, predominano quelle della vicinanza/accoglienza e della fiducia nella struttura, mentre fra le modalità di pagamento eseguite predominano il mancato pagamento per le strutture pubbliche/private convenzionate e il pagamento totale senza rimborso per le strutture private. Infine, in linea con gli approfondimenti precedenti, anche in questo caso le motivazioni alla rinuncia di una prestazione sanitaria, e nel caso specifico di un accertamento diagnostico, sono prevalentemente legate alla pandemia di CoViD-19.


A cura di Chiara Ferravante, Elisa Gualdani e Paolo Francesconi