Ipertensione, il ruolo degli inibitori RAS sulla gravità della Covid-19: più domande che risposte

Il comment su The Lancet


23/6/2021
È stato pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine il comment RAS inhibition and COVID-19: more questions than answers? di Mathieu Kerneis e Gilles Montalescot, i quali hanno sottolineato che il potenziale ruolo dei bloccanti del sistema renina-angiotensina (RAS) sulla gravità della COVID-19 è stato ipotizzato a partire dalle prime segnalazioni di un aumento della mortalità tra i pazienti con COVID-19 in trattamento per l'ipertensione.

Come noto, il virus SARS-CoV2 entra nelle cellule umane attraverso il recettore 2 dell'enzima di conversione dell'angiotensina II (ACE2). Gli ACE inibitori (ACEI) e i bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB) possono portare ad un aumento dell'espressione di ACE2. da ciò ne è conseguita l’ipotesi che nei pazienti trattati con ACEI o ARB, l’infezione potesse essere facilitata e accelerata.

Sull’argomento sono stati condotti importanti studi clinici, tra cui alcuni trials clinici randomizzati (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04364893; NCT04338009) i quali, analizzando un ampio campione  di pazienti ricoverati con COVID-19 da lieve a moderato, che stavano assumendo ACEI e ARB prima del ricovero ospedaliero, hanno dimostrato che non c'era alcuna differenza significativa fra quelli assegnati a interrompere il trattamento rispetto a quelli assegnati a continuare il trattamento.

Un altro trial clinico (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04353596), condotto su 216 partecipanti, ha invece valutato il rischio e il beneficio dell’interruzione dei RAS sulla gravità di COVID-19 in un campione di soggetti anziani che presentavano numerose comorbidità come sovrappeso, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ipertensione e insufficienza cardiaca, riflettendo le caratteristiche dei pazienti ricoverati in ospedale durante la prima ondata di COVID-19. Lo studio ha dimostrato che sebbene l’interruzione del farmaco non comporti effetti significativi sulla gravità di COVID-19, essa potrebbe tuttavia influenzare un migliore e più rapido recupero. Inoltre, la decisione di continuare o interrompere il farmaco non dovrebbe  essere presa su base individuale, ma considerando il profilo di rischio, il tipo di indicazione al trattamento con inibitori RAS e la disponibilità di terapie alternative e opzioni di monitoraggio ambulatoriale.

Lo studio ACEI-COVID (NCT04353596) in realtà solleva diverse domande che riguardano il potenziale beneficio di questa interruzione della terapia in una popolazione specifica quale quella degli anziani, pertanto, come concludono gli autori, lascia spazio a varie domande più che a risposte concrete.

Saranno quindi necessari ancora altri studi per confermare i risultati raggiunti.

A cura di:
  • Caterina Silvestri, Agenzia regionale di sanità della Toscana
  • Cristina Stasi, Centro Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, AOU Careggi




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