Il consumo di alcol non protegge dal virus SARS-Cov-2 …lo aiuta!

I rischi legati al consumo eccessivo di alcolici durante la pandemia


20/4/2020
L'alcol è responsabile di 3 milioni di decessi all'anno in tutto il mondo, un terzo dei quali si verifica nella regione europea(1). Sebbene l’andamento del consumo di alcolici risulti da diversi anni in diminuzione, le prevalenze d’uso in Europa sono tra le più alte.Nella popolazione generale (15 anni e più) il consumo medio di alcol pro capite nel 2016 era pari a 11,3 litri di alcol puro (18,3 litri per i maschi e 4,7 litri per le femmine), equivalente a una media di oltre 170 grammi di alcol a settimana. Inoltre il 15% (58 milioni di persone) sono consumatori a rischio (bevitori eccedentari e/o fuori dai pasti e/o binge drikers) e circa 23 milioni sono i cittadini europei affetti da alcol-dipendenza.

Per quanto riguarda l’Italia, sempre secondo quanto stimato dall’OMS, l’andamento dei consumi in litri di alcol pro capite è passato da 9,2 litri dei primi anni 2000 a 7,6 litri pro capite nel 2016(1). Tuttavia, secondo i dati della sorveglianza nazionale PASSI (2015-18 età 18-69 anni) sussiste ancora una consistente prevalenza di consumatori fuori pasto (8,3%), binge drikers (9,3%) e consumatori a rischio[i] (17,1%). Nella nostra regione le prevalenze riferite a queste modalità di consumo rientrano nella media nazionale e sono piuttosto stabili nel tempo.

L’entità di questi numeri, in associazione al lungo decorso che sta avendo la pandemia da COVID-19 e, in concomitanza, le misure di contenimento della stessa (lockdown, quarantena, distanziamento sociale etc.), hanno portato la comunità scientifica a interrogarsi sui rischi che stiamo correndo nel lasciare le persone confinate e isolate nelle loro abitazioni, con la possibilità di acquistare e consumare una sostanza potenzialmente dannosa sia in termini di salute, che di effetti sul comportamento verso noi stessi e sugli altri; comprese le violenze in ambiente domestico. Inoltre, la paura e la disinformazione hanno generato alcuni falsi miti secondo cui il consumo di alcol potrebbe eliminare (o proteggere da) il virus SARS-Cov-2. Ovviamente non è così.  

L’uso di bevande alcoliche, in particolar modo se eccessivo (vedi riferimento i), è associato a una serie di malattie trasmissibili e non trasmissibili, nonchè a diversi disturbi di salute mentale, che possono rendere una persona più vulnerabile a SARS-Cov-2. In particolare, tra le principali implicazioni che associano (più o meno direttamente) il consumo di alcolici, soprattutto se eccessivo/elevato e la COVID-19 è stata dimostrata un’aumentata vulnerabilità della mucosa orofaringea e una compromissione del sistema immunitario (alterando le risposte linfocitarie), con conseguente aumento rischio di esiti negativi per la salute(2,3,4). Esiste infatti una correlazione dose-dipendente tra infezioni virali che comportano coinvolgimento polmonare e consumo di alcol(5). Questi rischi peraltro aumentano in soggetti anziani e con altre comorbilità(6). Inoltre, nei pazienti con malattia epatica avanzata correlata all'alcol il rischio di infezioni virali è più elevato(7). Simou et al. (2018)(7) in una recente meta-analisi di 14 studi ha identificato un aumento del 83% del rischio di polmonite da infezioni acquisite tra le persone che consumavano alcol in quantità moderate o elevate, rispetto a coloro che non consumavano alcol o ne consumavano in quantità pari alle soglie attualmente raccomandate (uomini ≤2UA/die; donne ≤1 UA/die) (rischio relativo = 1,83, intervallo di confidenza al 95%: 1,30-2,57).

Per quanto riguarda l’aspetto comportamentale, le persone a rischio o che hanno già un disturbo da consumo di alcol, sono particolarmente vulnerabili, specialmente quando si trovano in situazioni di auto isolamento e/o di stress psichico(8). Le condizioni di stress, infatti, rappresentano un importante fattore di rischio nell’esordio e/o il mantenimento di un comportamento d’abuso riferito al consumo di alcolici(9, 10). Pertanto, questo periodo di isolamento potrebbe portare a un aumento del consumo o abuso di alcol, nonché di ricadute per coloro che hanno avuto problemi di alcol-dipendenza e far emergere potenziali disturbi alcol-correlati in soggetti a rischio. Data l’importanza del tema affrontato e delle sue conseguenze, in questi giorni l’ufficio regionale per l’Europa dell’OMS ha pubblicato un documento tecnico sul consumo di alcol (Alcohol and COVID-19: what you need to know) "Alcol e COVID-19: cosa devi sapere". Nel documento gli aspetti inerenti alle bevande alcoliche, il loro consumo e il rapporto con COVID-19, vengono affrontati con messaggi chiari e comprensibili per la popolazione. Nello specifico, le tematiche affrontate sono:
  • miti da sfatare su alcol e COVID-19 e dove trovare le informazioni corrette
  • informazioni generali sulle interazioni e effetti tra consumo di alcol e l’organismo
  • alcol e dipendenza
  • alcol e isolamento o quarantena, cosa fare e cosa non fare.
Secondo quanto suggerito dall’OMS le attuali norme e regolamenti esistenti per proteggere la salute e ridurre i danni causati dall'alcol (come la limitazione dell'accesso in alcuni paesi), dovrebbero essere rispettati e persino rafforzati durante la pandemia. Tuttavia, precauzioni simili dovrebbero essere integrate con efficaci interventi di comunicazione sui rischi del consumo di alcol e il mantenimento e rafforzamento degli interventi di riduzione del danno e dei Servizi per le dipendenze (Ser.D).

[i] Questa modalità di consumo si misura in unità alcolica (UA). L’unità alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo, quantità approssimativamente contenuta in una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) o un bicchierino di liquore (40 ml), alle gradazioni tipiche di queste bevande. I soggetti che rientrano in questa modalità di consumo riferiscono (negli ultimi 30 giorni) un consumo abituale elevato (>2UA medie giornaliere per gli uomini; >1UA per le donne) oppure almeno un episodio di binge drinking (>4UA per gli uomini; >3UA per le donne), oppure un consumo (esclusivamente o prevalentemente) fuori pasto.



Per approfondire

Riferimenti bibliografici
  1. World Health Organization, Regional Office for Europe. Status report on alcohol consumption, harm and policy responses in 30 European countries 2019.
  2. Testino G, Pellicano R. Alcohol consumption in the COVID-19 era. Minerva Gastroenterologica e Dietologica, March 18, 2020.
  3. Pasata S, Barr T, Messaoudi I. Impact of alcohol abuse on the adaptive immune system. Alcohol Res 2015;37:185-97.
  4. Meyerholtz DK, Edsen-Moore M, Mac Gill J, Coleman RA, Cook RT, Legge KL. Chronic alcohol consumption increases the severity of murine influenza virus infections. J Immunol 2008;181:641-8.
  5. Testino G, Leone S, Borro P. Alcoholic liver disease and the hepatitis C virus: an overview and a point of view. Minerva Med 2016;107:300-13.
  6. Dguzeh U, Haddad NC, Smith KTS, Johnson JO, Doye AA, Gwathmey JK, et al. Alcoholism: a multi-systemic cellular insult to organs. Int J Environ Res Public Health 2018;15(6).pii: E1083.
  7. Simou E, Britton J, Leonardi-Bee J. Alcohol and the risk of pneumonia: a systematic review and meta-analysis. BMJ open 2018;8:e022344
  8. Clay J M, Parker M O. Alcohol use and misuseduring the COVID-19 pandemic: a potential public health crisis? Lancet Public Health 2020 Published Online April 8, 2020 https://doi.org/10.1016/ S2468-2667(20)30088-8.
  9. Weiss IC, Pryce CR, Jongen-Rêlo AL, Nanz-Bahr NI, Feldon J. Effect of social isolation on stress-related behavioural and neuroendocrine state in the rat.Behav Brain Res 2004; 152: 279–95.
  10. Clay JM, Parker MO. The role of stress-reactivity, stress-recovery and risky decision-making in psychosocial stress-induced alcohol consumption in social drinkers. Psychopharmacology 2018; 235: 3243–57.

Per le ultime news e tutti gli approfondimenti:

box sezione tematica nuovo coronavirus