Gravidanza e parto in Toscana, i dati 2018

Pubblicato il nuovo documento della serie InCifre


9/12/2019
Con il nuovo documento della serie In Cifre Gravidanza e parto in Toscana sulla gravidanza e sull’evento nascita in Toscana, l’ARS illustra ed analizza i dati rilevati per l’anno 2018 dai flussi informativi del certificato di assistenza al parto e delle interruzioni volontarie di gravidanza e dalla rilevazione sulla verifica dell’attuazione delle legge 194\1978 per la parte relativa all’obiezione di coscienza. Si tratta, a livello nazionale, di una delle più ricche fonti di informazioni sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative alla gravidanza ed all’evento nascita, rappresentando uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria regionale

Nel 2018, in Toscana come in Italia, prosegue la diminuzione della natalità avviatasi dall’inizio della crisi economica del 2010. Nel 2018 nelle strutture toscane sono avvenuti 24.967 parti, il 23,6% in meno rispetto al 2010 e con un ulteriore calo del 5,2% rispetto al 2017. Il fenomeno è in parte riconducibile a un effetto strutturale: stanno uscendo dall’esperienza riproduttiva le generazioni di donne nate a metà degli anni ‘60, molto più numerose delle generazioni nate nelle decadi successive che hanno appena raggiunto o stanno raggiungendo l’età feconda. Le cittadine straniere avevano compensato questo squilibrio strutturale fino al 2010, ma negli ultimi anni è diminuita anche la fecondità delle donne straniere, in parte per la diminuzione dei flussi femminili in entrata, in parte per le modifiche dovute al costante processo di acculturazione che rende i comportamenti delle donne straniere stabilmente residenti sul nostro territorio sempre più simili a quelli osservati nelle donne italiane, con conseguente riduzione della natalità. Nel 2018 nelle strutture toscane hanno partorito 7.148 straniere, -4,7% rispetto al 2017.

É aumentata negli anni l'incidenza di gravidanze over 40 (sono il 10% nel 2016, erano il 3,5% nel 2001): si tratta di gravidanze a rischio per esiti materni e fetali. Negli ultimi anni aumentano progressivamente le donne che ottengono una gravidanza ricorrendo a tecniche di fecondazione assistita: il 3,7% dei parti è avvenuto con una di queste tecniche, il 15,3% tra le donne sopra di 40 anni e il 31,9% tra quelle sopra i 43 anni.

Con l'introduzione del test di screening per la sindrome di Down diminuisce negli anni il ricorso agli esami invasisi (amniocentesi e villocentesi) e aumenta il ricorso al test di screening anche nelle donne con 35 anni e più: complessivamente il 76,6% delle donne ha eseguito il test di screening e il 6,3% ha eseguito l'amniocentesi o la villocentesi.

La Toscana si colloca tra le regioni italiane che ricorrono meno al taglio cesareo (27,1%, Italia 32,3%), ma nonostante questo la percentuale è nettamente superiore al 15-20% raccomandato dall'OMS.

Nel 2018 i nuovi nati in Toscana sono stati 25.386, il 23,4% in meno rispetto al 2010 e in calo del 5,2% rispetto al 2017.

Grazie agli sforzi fatti in questi anni per aiutare a prevenire le gravidanze indesiderate e a diffondere l’informazione sulla procreazione responsabile, in particolare dai consultori familiari verso la popolazione immigrata o minorenne, il fenomeno delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) è in diminuzione in Toscana, così come in Italia. A questo ha contribuito sicuramente anche il fatto che, le donne maggiorenni, possono ritirare senza ricetta medica i farmaci per la contraccezione d’emergenza (l’Ulipristal acetato - ellaOne - “pillola dei 5 giorni dopo” e il Levonorgestrel – Norlevo – “pillola del giorno dopo”). Nel 2018, nelle strutture toscane, si è registrato il numero di IVG più basso dell’intero periodo: 5.337 con una riduzione del 5,2% rispetto al 2017. Il tasso di abortività in Toscana che nel 2018 scende a 7,1 per 1.000 donne in età feconda è più elevato rispetto alla media italiana (6,2 per 1.000 nel 2017).

Da una decina di anni è stato autorizzato anche in Italia l’aborto farmacologico con Mifepristone (RU486) e prostaglandine in alternativa all’aborto chirurgico, così come presente in altri paesi e come raccomandato per gli aborti precoci nelle linee guide OMS e internazionali. L’IVG farmacologica è in aumento negli anni e in Toscana è utilizzata nel 31,9% dei casi (con proporzioni intorno al 50% in alcuni presidi ospedalieri) e in proporzione più alta rispetto alla media italiana (19,3%).
Nelle strutture sanitarie della Toscana che praticano IVG la proporzione dell’obiezione di coscienza riguarda più della metà dei ginecologi (59,1%), con una grande variabilità tra i diversi presidi. Tuttavia la proporzione toscana è nettamente più bassa rispetto al 68,4% rilevato in Italia. I ginecologi non obiettori eseguono mediamente 1 IVG alla settimana. Il numero complessivo dei ginecologi che non esercita il diritto all’obiezione di coscienza è quindi congruo con il numero di interventi di IVG e non emerge quindi un problema che rappresenti un ostacolo alla piena applicazione delle legge 194.

Come ben evidenzia questa nostra pubblicazione, la disponibilità di dati attendibili e accurati è essenziale per supportare le politiche di sanità pubblica. Confidiamo che le informazioni presentate possano costituire uno strumento conoscitivo sempre più un prezioso per i diversi soggetti istituzionali, responsabili della definizione e dell’attuazione delle politiche sanitarie regionali del settore materno-infantile.



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