Ancora in calo le nascite in Italia: tutti i dati sull’evento nascita nel nuovo rapporto CeDAP 2016

A cura dell'Ufficio di statistica


30/9/2019
Il Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia - CeDAP 2016, a cura dell’Ufficio di Statistica, illustra le analisi dei dati rilevati per l’anno 2016 dal flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (CeDAP). La rilevazione, istituita nel 2001, costituisce a livello nazionale la più ricca fonte di informazioni sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative all’evento nascita, e rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione sanitaria nazionale e regionale.

Nel corso del 2016 prosegue il calo delle nascite, in tutte le aree del Paese. Il fenomeno è in larga misura l’effetto della modificazione della struttura per età della popolazione femminile ed in parte dipende dalla diminuzione della propensione ad avere figli. Le cittadine straniere hanno finora compensato questo squilibrio strutturale: negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Il tasso di natalità varia da 6,3 nati per mille in Liguria a 10,4 nella Provincia autonoma di Bolzano, rispetto ad una media nazionale del 7,8 per mille. In Toscana il tasso di natalità è di 7,2 per mille.

Anche la fecondità mantiene l’andamento decrescente degli anni precedenti: nel 2016 il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (rispetto a 1,46 del 2010). I dati per il 2016 danno livelli più elevati di fecondità al Nord nelle Province Autonome di Trento e Bolzano e nel Mezzogiorno in Campania e Sicilia. Le regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna, Basilicata e Molise. In Toscana il tasso di fecondità è 1,3, in linea con il valore nazionale.

Il tasso di mortalità infantile, che misura la mortalità nel primo anno di vita, è pari nel 2015 a 2,90 bambini ogni mille nati vivi. Negli ultimi 10 anni tale tasso ha continuato a diminuire su tutto il territorio italiano, anche se negli anni più recenti si assiste ad un rallentamento di questo trend. Permangono, inoltre, notevoli differenze territoriali. Il tasso di mortalità neonatale rappresenta la mortalità entro il primo mese di vita e contribuisce per oltre il 70% alla mortalità infantile. I decessi nel primo mese di vita sono dovuti principalmente a cause cosiddette endogene, legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite del bambino. La mortalità nel periodo post neonatale è invece generalmente dovuta a fattori di tipo esogeno legati alla qualità dell’ambiente igienico, sociale ed economico in cui vivono la madre e il bambino.

Nel 2016, il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. Tale fenomeno è più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera, ovvero al Centro-Nord, dove più del 25% dei parti avviene da madri non italiane (Toscana: 28,9%). L’età media della madre al parto si mantiene costantemente alta pari a di 32,8 anni per le italiane mentre scende a 30,2 anni per le cittadine straniere. La Toscana risulta tra le principali regioni italiane con una proporzione di mamme over 40 più alta: 11,2%.

Per quanto concerne le ecografie, nel 2016 a livello nazionale, sono state effettuate in media 5,5 ecografie per ogni parto, con valori regionali variabili tra 4 ecografie per parto nella Regione Piemonte e 7,1ecografie per parto nella Regione Basilicata (5,1 in Toscana). Per il 74,6% delle gravidanze (62,8 in Toscana), si registra un numero di ecografie superiore a 3, valore raccomandato dai protocolli di assistenza alla gravidanza del Ministero della Salute. I dati rilevati evidenziano ancora il fenomeno dell’eccessiva medicalizzazione e del sovrautilizzo di prestazioni diagnostiche in gravidanza.

Si conferma il ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. In media, nel 2016 il 33,7% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica. La Toscana è tra le regioni italiane con il più basso tasso di cesarei, ma lontana dalla soglia del 19% stabilita dall’Organizzazione mondiale della sanità, oltre la quale non si associa una riduzione del tasso di mortalità materna e infantile.

Negli ultimi anni aumentano progressivamente le donne che ottengono una gravidanza ricorrendo a tecniche di fecondazione assistita (PMA): in media 1,93 gravidanze ogni 100 in Italia, 2,9% in Toscana. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).

Il Rapporto nazionale CeDAP evidenzia che la disponibilità di dati attendibili e accurati è essenziale per supportare le politiche di sanità pubblica. Si auspica che le informazioni presentate nel Rapporto possano costituire sempre più un prezioso strumento conoscitivo per i diversi soggetti istituzionali responsabili di definire e attuare le politiche sanitarie del settore materno-infantile, per gli operatori e per i cittadini utenti del Servizio sanitario nazionale.